Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione

Camerino, 12 ottobre 2021
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
il 9 ottobre scorso, Papa Francesco ha inaugurato il Sinodo dei Vescovi per invitare la Chiesa a riflettere sul tema: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”.
Nelle Chiese locali, il Sinodo si aprirà domenica 17 ottobre secondo le indicazioni liturgico-pastorali che l’Ufficio liturgico diocesano ha già diffuso.
Questa riflessione è inserita, come dono e compito, nel solco dell’aggiornamento proposto dal Concilio Vaticano II e cerca di esplorare il modo per “camminare insieme” continuando ad annunciare il Vangelo di Gesù Cristo.
È necessario, innanzitutto, mettersi in ascolto dello Spirito Santo che, come il vento «soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va» (Gv 3,8).
Il logo del Sinodo ci può aiutare a comprendere cosa si intende per sinodalità: quindici sagome colorate riassumono l’insieme della nostra umanità nella sua diversità di provenienza, situazione di vita ed età: dal più piccolo al più anziano, dal disabile alla persona sana, dalla coppia al consacrato. Tutti procedono insieme condividendo il medesimo cammino, senza gerarchie ma dando una precedenza ai bambini e agli adolescenti perché Gesù dice: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25).
Questo cammino è accompagnato da un albero maestoso che raggiunge il cielo ed esprime vitalità e speranza: rappresenta la croce di Cristo, ma anche il vento dello Spirito e la luminosità del sole che veglia e sostiene la vita.
Il documento preparatorio è al servizio del cammino sinodale e offre metodo e descrivendo alcune caratteristiche del contesto contemporaneo: propone i riferimenti teologici per comprendere la sinodalità; offre spunti biblici per nutrire la meditazione ed accompagnare la preghiera personale; propone piste di riflessione per rileggere le esperienze di sinodalità già vissute; suggerisce alcuni spunti per elaborare il lavoro di rilettura del passato nella preghiera e nella condivisione.
Il Sinodo non è “questione di preti”, ma ha lo scopo di interpellare tutti i membri della Chiesa e di coinvolgere il mondo del laicato per lasciar esprimere i vari aspetti della “sinodalità vissuta”.
Quando si “cammina insieme” abbiamo al nostro fianco dei compagni di viaggio con i quali condividiamo le gioie e le fatiche del tragitto. L’ascolto è il primo passo per entrare in comunione con l’altro: richiede cuore e mente aperti, senza pregiudizi. Dopo l’ascolto, è necessario esprimersi, avere il coraggio di prendere la parola con libertà, verità e carità.
Questa capacità è possibile se attingiamo all’ascolto comunitario e personale della Parola di Dio e alla celebrazione eucaristica: quanto la vita liturgica incide nella nostra vita quotidiana? Quanto siamo coinvolti in una partecipazione attiva?
La sinodalità, il camminare insieme, è a servizio della missione: non pensiamo solo a quella rivolta ai popoli in via di sviluppo, ma anche a quella di chi si impegna accanto a noi, in un servizio attivo e concreto nella società, nell’impegno sociale e politico, nella ricerca scientifica, nella promozione della giustizia, nella tutela dei diritti umani e dell’ambiente.
Il cammino sinodale procede solo in un contesto di dialogo, affrontando anche divergenze di visione, conflitti e difficoltà: si tratta di un impegno particolarmente delicato che richiede l’umiltà di imparare anche dai propri errori, di chiedere perdono e di accogliere la fragilità propria e altrui. Questo dialogo ha un ruolo particolare quando si tratta di camminare insieme a fratelli e sorelle di altre confessioni religiose, mossi dalla medesima sete di Verità.
La chiesa sinodale è anche partecipativa e corresponsabile: questa affermazione provoca la ricerca di obiettivi ancora da raggiungere per promuovere i ministeri laicali e l’assunzione di nuove responsabilità da parte dei fedeli. Anche a livello locale abbiamo organismi di sinodalità, ma occorre verificare se e quanto ce ne serviamo realmente.
La sinodalità si radica sull’ascolto dello Spirito Santo che permette di discernere e decidere: quanto questa affermazione è vera nella nostra Chiesa locale?
Il processo della sinodalità è animato da una spiritualità che chiede di diventare sempre più principio educativo per la formazione permanente della persona e del cristiano, delle famiglie e delle comunità.
La mia preghiera è che il tema proposto dal Sinodo possa essere, anche per la nostra Arcidiocesi, spunto per fermarci a riflettere su quanto siamo stati capaci di “camminare insieme” nonostante gli eventi avversi che ci hanno colpito in questi ultimi anni: prima il dramma del terremoto e poi la pandemia. In modi diversi, entrambi ci hanno costretti a modificare radicalmente le nostre abitudini e il nostro stile di condivisione, prima privandoci dei luoghi fisici per incontrarci e poi imponendoci delle ulteriori restrizioni che hanno quasi paralizzato ogni possibile iniziativa.
Auguro a tutti di saper utilizzare questo tempo per una riflessione seria e comunitaria sulle sfide che ci attendono e sulle opportunità che possono generarsi anche in tempo di sofferenza. Il rinnovamento della Chiesa è un compito per tutti: insieme affidiamolo al Signore affinché ci doni un tempo di serenità e di rinascita spirituale per la nostra comunità e per tutta la Chiesa.
+Francesco Massara,
Arcivescovo