LETTERA DI SALUTO DEL NUOVO VESCOVO

LETTERA DI SALUTO DEL NUOVO VESCOVO MONS. MASSARA
ALL’ARCIDIOCESI DI CAMERINO – SAN SEVERINO MARCHE

Cara Chiesa di Dio che sei in Camerino – San Severino Marche, alla quale Papa Francesco ha voluto inviarmi, perché fossi prima di tutto «cristiano con voi», e poi anche «vescovo per voi» (Sant’Agostino discorso 340). 

Arcivescovo FMÈ con fiducia e trepidazione che mi presento a voi per la prima volta. Mi presento a voi prendendo in prestito tre parole usate dal Santo Padre all’udienza generale del 13 maggio 2015, nella quale parlando della famiglia ebbe a dire: “La catechesi di oggi è come la porta d’ingresso di una serie di riflessioni sulla vita della famiglia, […]. Su questa porta d’ingresso sono scritte tre parole. […]. E queste parole sono: permesso, grazie, scusa.”

Ecco io oggi chiedo a voi il “permesso” di poter entrare nelle vostre vite, con delicatezza, in punta di piedi, per ascoltare ed incontrare tutti, impegnandomi a costruire relazioni sincere; affinché possiamo insieme crescere nella comunione e nella solidarietà.

Chiedo il permesso di abbracciare voi famiglie, segno tangibile di quanto e come l’amore sia sorgente di vita capace di farsi dono.

LETTERA DI SALUTO DEL NUOVO VESCOVO

ALL’ARCIDIOCESI DI CAMERINO – SAN SEVERINO MARCHE

Cara Chiesa di Dio che sei in Camerino – San Severino Marche, alla quale Papa Francesco ha voluto inviarmi, perché fossi prima di tutto «cristiano con voi», e poi anche «vescovo per voi» (Sant’Agostino discorso 340). 
Arcivescovo FM
È con fiducia e trepidazione che mi presento a voi per la prima volta. Mi presento a voi prendendo in prestito tre parole usate dal Santo Padre all’udienza generale del 13 maggio 2015, nella quale parlando della famiglia ebbe a dire: “La catechesi di oggi è come la porta d’ingresso di una serie di riflessioni sulla vita della famiglia, […]. Su questa porta d’ingresso sono scritte tre parole. […]. E queste parole sono: permesso, grazie, scusa.” 

Ecco io oggi chiedo a voi il “permesso” di poter entrare nelle vostre vite, con delicatezza, in punta di piedi, per ascoltare ed incontrare tutti, impegnandomi a costruire relazioni sincere; affinché possiamo insieme crescere nella comunione e nella solidarietà. 

Chiedo il permesso di abbracciare voi famiglie, segno tangibile di quanto e come l’amore sia sorgente di vita capace di farsi dono.
Chiedo il permesso di versare l’olio della consolazione ed il vino della speranza su quanti vivono situazioni di fragilità umana e spirituale. Il Signore mi conceda la forza di non “passate oltre” davanti alle vostre ferite.

A voi cari giovani chiedo il permesso di farmi vostro compagno di viaggio, per condividere insieme le gioie e le speranze di un mondo migliore, che ha come fine il suo regno, come condizione la libertà dei suoi figli, e come statuto il precetto dell’amore.

Ma chiedo soprattutto il permesso di poter portare il mio conforto e la benedizione di Dio a coloro che sono provati a causa del terremoto. A voi voglio essere vicino con particolare affetto, con la promessa di fare della “prossimità” sostanza e non solo forma dell’annuncio evangelico.

Nel rivolgere il mio più cordiale saluto alle autorità civili e militari, chiedo il permesso di ricercare sempre una fattiva collaborazione per il bene comune, e di condividere con tutti e con ciascuno la responsabilità per le comunità a noi assegnate.

“Grazie” al Signore, perché nella sua infinità bontà, ha voluto riversare il tesoro della Sua Grazia nel fragile vaso di creta della mia umanità. (2Cor.4,7)

Grazie al Santo Padre, per il coraggio avuto nell’affidarmi la responsabilità di servire nel ministero episcopale questa Chiesa particolare.

Grazie al Vescovo Francesco Giovanni, per il dono del suo servizio di pastore buono. In attesa di incontrarlo presto, lo saluto con affetto fraterno.

Grazie ai confratelli Vescovi della Conferenza Marchigiana; perché sicuro della loro costruttiva azione collegiale, lavoreremo insieme per il bene delle nostre Chiese.

Grazie al Presbiterio diocesano, per la passione con la quale servite la Chiesa di Camerino – San Severino Marche. Attraverso il vostro ministero, il vostro sostegno e la vostra amicizia, confido di “manifestare con la mia vita e con la mia missione episcopale la bontà, la sollecitudine, la misericordia, la dolcezza e l’autorevolezza di Cristo, che è venuto per dare la vita e fare di tutti gli uomini una sola famiglia, riconciliata nell’amore del Padre” (DMPV, 1).

Grazie alle comunità religiose presenti nel territorio, per il vostro servizio, ma soprattutto per la vostra preghiera, con la quale vi chiedo di accompagnarmi e nella quale confido per svolgere l’opera che Dio mi ha affidato.

Vi domando fin d’ora “scusa” per tutte quelle volte che non saprò a motivo della mia debolezza offrirvi una concreta testimonianza di pastore secondo il cuore di Dio, chiamato a guidarvi con scienza e intelligenza (Ger 3,15). Sappiate essere indulgenti per le tante volte che “servendomi” e non “servendo” il Vangelo, non saprò essere un pastore con “l’odore delle pecore”.

Nel salutarvi con benevolenza, vi chiedo un ricordo nella preghiera; perché mi possiate accogliere e comprendere come un figlio. Mentre io pregando per voi, chiederò al Signore che mi conceda il dono di amarvi con tenerezza paterna, per essere “collaboratore della vostra gioia” (2Cor 1,24).

In attesa di abbracciarvi tutti, affido sin d’ora il mio episcopato e la nostra Chiesa alla materna e dolce intercessione di Maria Madre di Dio e Madre nostra e alla premurosa protezione dei Santi Patroni Venanzio e Severino.

don Francesco Massara

27 luglio 2018

Memoria di San Pantaleone Medico e Martire